Transformation of tools and conservation of architecture. Some researches on the use of digital systems for the intervention on the historical buildings

The use of digital technologies to study architecture and landscape has begun to represent an innova- tive aspect of the research when it started to allow the dynamic association (as input and output) of images and alphanumeric data: the different combination of this information through inferences and algorithms and the consequent generation of new data has freed digitisation from a strictly instrumental role making it a new methodological approach in itself. As a matter of fact, recently architectural research has begun to take an interest in the problem ‘from within’, working not only on the application of computer tools but, more consciously, on their configu- ration. The work carried out by the Sapienza research group is aimed at developing ontologies and inferential models specifically dedicated to the representation of historical buildings and is devoted to the implementation of a national GIS platform for the historical centres, the Risk Map of the Italian Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism. This kind of work involves a series of methodological issues specially oriented to the definition of the role of the history of architecture in itself and its use for the conservation project. These arguments are developed within this essay, mainly focused on: type and quality of information deriving by the new procedures; interpretative components that fuel the new research methods; cost/benefit ratio in the use of ‘analogue’ and ‘digital’ approaches; future prospects of the two different (traditional and digital) inves- tigative strategies. Moreover, both of the fields of digital research developed by the group (ontology and Risk Map) are here summarised.

L’impiego delle tecnologie digitali nello studio dell’architettura e del territorio ha iniziato a rappresentare un aspetto innovativo della ricerca da quando è stato possibile associare dinamicamente (come input e output) immagini e dati alfanumerici: la diversa combinazione di queste informazioni attraverso inferenze e algoritmi e la conseguente generazione di nuovi dati ha emancipato la digitalizzazione da un ruolo strettamente strumentale per renderla nuovo approccio metodologico in sé. Di fatto, la ricerca architettonica ha recentemente iniziato a interessarsi al problema 'dall'interno', lavorando non solo sull'applicazione degli strumenti informatici, ma più consapevolmente anche sulla loro configurazione. Il lavoro svolto dal gruppo di ricerca Sapienza è finalizzato allo sviluppo di ontologie e modelli inferenziali specificamente dedicati alla rappresentazione degli edifici storici ed è dedicato all'implementazione di una piattaforma GIS nazionale per i centri storici, la Carta del Rischio del Ministero italiano per il Patrimonio Culturale e le Attività e il Turismo. Questo tipo di lavoro comporta una serie di questioni metodologiche soprattutto orientate alla definizione del ruolo della storia dell'architettura in sé e al suo uso per il progetto di restauro. Gli argomenti sviluppati nell'ambito del saggio sono focalizzati principalmente su: tipo e qualità delle informazioni derivanti dalle nuove procedure; componenti interpretative che alimentano i nuovi metodi di ricerca; rapporto costi/benefici nell'uso di approcci 'analogici' e 'digitali'; prospettive future delle due diverse strategie investigative (tradizionali e digitali). Inoltre, sono qui riassunti ambedue i campi di ricerca digitale sviluppati dal gruppo (ontologia e Carta del Rischio).